Parliamo in generale dell’asma: abbiamo imparato a riconoscerla quale patologia infiammatoria, su base immunologica e non infettiva, che colpisce l’apparato respiratorio. L’asma interessa in particolare i bronchi, ed è infatti detta anche asma bronchiale. Si manifesta con fasi acute di broncospasmo, ovvero restringimento reversibile delle vie aeree associato a un eccesso di produzione di muco (talvolta vischioso, tanto da contribuire alla ostruzione delle vie bronchiali).
Nell’asma, al contrario per esempio ad altre malattie respiratorie quali la broncopneumopatia cronica ostruttiva (o BPCO, che comprende bronchite cronica ed enfisema polmonare) l’ostruzione è tipicamente variabile, reversibile e si associa ad iper-reattività bronchiale.
L’asma si può presentare a qualsiasi età, manifestandosi in individui che vanno dai bambini più piccoli alle persone più anziane. È una delle malattie più diffuse al mondo; in Italia si stima che circa il 4.5% della popolazione ne soffra – di questa percentuale, il 10% sarebbe interessato da una forma grave.
I principali sintomi ricorrenti sono: mancanza di respiro, tosse, respiro sibilante. A questi si aggiunge un senso di costrizione al torace, e la sensazione di “fame d’aria” (mancanza di fiato, detta propriamente dispnea). In condizioni normali l’aria è infatti libera di muoversi nei nostri polmoni attraverso un complesso sistema di conduzione – le cosiddette vie aeree.
Asma allergico
Fra i pazienti asmatici, circa la metà degli adulti e l’80% dei bambini presenta un’asma su base allergica. L’atopia, che è il presupposto per sviluppare malattie allergiche, è caratterizzata da una eccessiva produzione di IgE in risposta ai comuni aeroallergeni (come ad esempio l’acaro, i pollini, i peli di cane e di gatto, e molti altri elementi ancora). L’asma allergica è, in conseguenza, una malattia respiratoria su base immunologica provocata proprio dalla presenza di IgE verso tali allergeni. Anche questa forma di asma presenta i sintomi (cronici o intermittenti) che coinvolgono i bronchi, il restringimento improvviso delle vie aeree (broncospasmo), la produzione eccessiva di muco. Questi fenomeni provocano a loro volta il senso di costrizione al torace, la mancanza di respiro – dispnea -, tosse e respiro sibilante.
La varietà dei sintomi, e l’intensità dei cosiddetti attacchi d’asma allergico, variano in ogni caso da paziente a paziente, e sono dunque piuttosto soggettive. Si può spaziare infatti dall’attacco di tosse, al leggero respiro sibilante, all’insufficienza respiratoria vera e propria – e dunque al ricovero ospedaliero.
L’allergia è la reattività anomala del sistema immunitario verso determinate sostanze, gli allergeni. Questi sono normalmente presenti nell’ambiente, e rimangono innocui per molti altri individui; nel caso del paziente allergico, l’esposizione dell’albero bronchiale agli stessi provoca un’infiammazione più o meno forte, che può a sua volta determinare l’attacco asmatico. Non c’è un’età identica per tutti prima entro la quale si verifica l’esordio della patologia. Tuttavia, tendenzialmente i primi contatti con queste sostanze irritanti si hanno durante l’infanzia – e sono spesso legate a una predisposizione genetica, rintracciabile dunque attraverso la storia clinica familiare del paziente.
Diagnosi e rimedi
Una volta diagnosticata, l’asma, essendo l’asma una malattia cronica, non può essere curata in maniera definitiva. Tuttavia, rimane possibile e di grande importanza trattarla nella maniera più corretta e mantenerla sotto controllo, monitorandone gli sviluppi assieme al proprio medico curante. Quando ben curata, l’asma non impedisce una vita quotidiana “normale” a chi ne soffre, come dimostrato dai tanti atleti anche di primissimo livello che soffrono di asma. Un primo passo, nel caso dell’asma di tipo allergico, è identificare gli allergeni, che andranno dunque accuratamente evitati.
Sarà poi di grande importanza utilizzare un’adeguata terapia farmacologica, spesso basata su farmaci inalatori, che ha il duplice compito di gestire l’attacco asmatico (quindi la broncocostrizione) e di prevenirlo con l’effetto anti-infiammatorio.
Rimane poi fondamentale evitare il fumo, anche passivo: elemento particolarmente dannoso per le vie respiratorie, che non può che portare a complicanze.