La gravidanza, si sa, è uno dei momenti più importanti nella vita di una donna, e più in generale di una famiglia. Ci sia augura sempre che sia un periodo perfetto e senza intoppi, ma non dobbiamo dimenticare che, sia per la mamma sia per il feto, è anche un periodo estremamente delicato. Durante la gravidanza, infatti, il corpo della donna è sottoposto a numerosi e diversi cambiamenti per adattarsi alla nuova condizione e trasformarsi nel luogo dove accogliere e custodire la nuova vita che si sta formando.
Ancor di più, se e quando si convive con una patologia respiratoria, come l’asma per esempio, è necessario tenere in considerazione questa condizione peculiare nell’affrontare i 9 mesi della gravidanza. L’asma, infatti, è una delle più comuni condizioni che può caratterizzare le donne incinte. Non solo, ma con l’aumentare delle donne che decidono di avere figli ad un’età più avanzata di quanto non avvenisse in passato, si è notato un aumento della prevalenza dell’asma proprio in questa categoria di gestanti.
Durante il periodo della gravidanza è opportuno tenere sotto stretto controllo la patologia asmatica e i sintomi che la caratterizzano, esattamente come è necessario fare in condizioni normali. Quando una donna è incinta, tuttavia, deve prestare ancora più attenzione a questo aspetto, in quanto controllare l’asma ed evitare crisi asmatiche e riacutizzazioni, mantenendo una corretta aderenza alla terapia, potrebbe favorire la gestione della gravidanza e la sua conclusione senza ulteriori complicanze.
Durante i 9 mesi della gravidanza, un terzo delle donne asmatiche non ravvisa di fatto cambiamenti della patologia e dei sintomi ad essa correlati, mentre i restanti due terzi possono sviluppare o un peggioramento o un miglioramento dei sintomi asmatici rispetto al periodo precedente.
In particolare, quando ci troviamo di fronte a pazienti con forme di asma grave, un controllo dei sintomi meno che ottimale potrebbe mettere a rischio di complicanze durante e prima del parto sia la madre che il feto. Ecco perché è fondamentale mantenere la terapia farmacologica prescritta dallo specialista durante la gestazione, per evitare problematiche correlate alla patologia asmatica. Esistono ad oggi evidenze scientifiche sull’efficacia e la sicurezza delle terapie di mantenimento utilizzate per l’asma durante la gravidanza, e diverse altre evidenze sui potenziali effetti collaterali dei farmaci utilizzati durante la gravidanza stessa. Queste informazioni favoriscono uno scambio equilibrato e trasparente medico-paziente nell’individuazione del percorso più corretto in questa fase così delicata, per la miglior tutela della salute della mamma e del feto.
È molto importante, quindi, durante la gravidanza, confrontarsi con il proprio medico di base, il proprio ginecologo e il proprio specialista pneumologo di riferimento, per raggiungere degli obiettivi chiari per il controllo dei sintomi e la gestione della patologia. È quindi proprio consigliabile in questo caso un approccio multidisciplinare, nell’ambito del quale vengano valutati e tenuti in debito conto lo stato di salute della madre e lo sviluppo fetale, lavorando sul controllo e la prevenzione delle riacutizzazioni asmatiche [1].
Sappiamo ormai in modo consolidato che, durante il periodo della gravidanza, nella donna avvengono numerosi cambiamenti fisiologici quali, solo per citarne alcuni:
- Aumento della gittata cardiaca, con riduzione delle resistenze vascolari e aumento della componente globuli rossi e plasma nel sangue,
- Induzione dell’iperventilazione da parte del progesterone con dispnea fisiologica,
- Innalzamento del muscolo diaframmatico, che determina una riduzione del 20% della capacità vitale forzata e una riduzione possibile dei volumi polmonari.
- Alti livelli di chemochine pro-infiammatorie con elevati livelli di stress ossidativo, cambiamenti indotti da variazioni ormonali.
Pertanto, il rischio di avere un’asma non ben controllata durante la gravidanza, può mettere a rischio la buona riuscita della stessa, determinando potenzialmente:
- Nascita Prematura del feto,
- Riduzione del peso alla nascita,
- Aumento mortalità perinatale.
Ad oggi sono disponibili dati su tutte le classi di farmaci utilizzati in asma durante la gravidanza e, dalle evidenze scientifiche della letteratura, si evince che la terapia di prima scelta resta il corticosteroide per via orale o inalatorio. Esso risulta essere la terapia più sicura per madre e feto e non dovrebbe mai essere interrotto durante la gravidanza. [2].
Concludendo possiamo quindi dire che la consapevolezza dell’importanza del trattamento in gravidanza, mantenendo la terapia che già la donna praticava prima della stessa o rivedendola “su misura” delle necessità della gestante, rimane ad oggi un punto di forza essenziale per la gestione della patologia durante questo periodo così particolare.
Fonti bibliografiche:
- Dott.ssa Fabiana Furci Presidente Regionale SIAAIC Calabria – Asma e gravidanza: gestione farmacologica
- Documento GINA 2023