Sai cosa si intende per obesità? Tecnicamente è l’indice di massa corporea o body mass index (BMI) di 30 o più kg/m2. L’obesità è considerata al giorno d’oggi una problematica sanitaria globale sia nella popolazione adulta che in quella pediatrica. L’organizzazione mondiale della sanità riporta che dal 1975 al 2016 la prevalenza mondiale dell’obesità negli adulti sia quasi triplicata, mentre nello stesso arco temporale tra bambini e adolescenti la prevalenza del sovrappeso e dell’obesità è incrementata dal 4% al 18%. Nel 2016 il 39% degli adulti a livello mondiale è stato considerato in sovrappeso e il 13% obeso.
L’obesità può aumentare il rischio di sviluppare l’asma, come evidenziano alcuni studi sull’obesità in cui è stato dimostrato come l’aumento di adipe spesso preceda la malattia asmatica. Tuttavia l’obesità è da considerarsi, oltre che uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di asma, anche l’elemento che condiziona l’asma, peggiorandola, nell’adulto e nel bambino.
Ma quale relazione intercorre tra obesità e asma?
Basti ricordare che l’incremento di prevalenza dell’obesità tra gli asmatici gravi può riflettere proprio quegli effetti “obesogenici”, ovvero che causano obesità da parte degli steroidi sistemici che sono ampiamente impiegati in questa popolazione.
L’associazione tra l’obesità e l’asma è stata osservata in molti gruppi etnici, in tutte le fasce d’età e in entrambi i sessi. la relazione sembra apparire più forte nei soggetti con adipe centrale o viscerale – piuttosto che adipe diffuso.
Tra i fenotipi (come espressione clinica tipica) asmatici troviamo il cosiddetto “fenotipo asma obeso” in cui l’obesità può modificare l’asma: questa forma di asma presenta generalmente alcune caratteristiche quali l’insorgenza tardiva dell’asma, il sesso femminile prevalente, marcata sintomatologia respiratoria, basso grado di atopia/allergia, moderata iperreattività delle vie aeree con importante grado di infiammazione nel tessuto adiposo e incrementato stress ossidativo a livello delle vie aeree, e soprattutto scarsa risposta agli steroidi inalatori e in alcuni casi un tratto di infiammazione neutrofilica piuttosto che eosinofilica a livello delle vie respiratorie. In questo gruppo di soggetti l’iperreattività delle vie aeree, che caratterizza l’asma, si riduce a seguito della perdita di peso ponderale, a suggerire quindi che l’obesità è causa dell’asma. Altra caratteristica emersa dagli studi è che tali soggetti obesi asmatici sembrano mostrare maggiore suscettibilità agli agenti inquinanti ambientali.
Tra i soggetti obesi asmatici si può individuare tuttavia anche un gruppo con “asma ad insorgenza precoce” generalmente stimolata dagli allergeni, con eosinofilia e alti titoli di IgE, ma che può essere esacerbato dall’obesità.
Molti fattori associati all’obesità sono stati descritti come responsabili del peggioramento dell’asma tra i quali: l’incremento di alcune sostanze infiammatorie (citochine infiammatorie) rilasciate dai macrofagi nel tessuto adiposo. Queste sostanze sono più concentrate nel sangue di pazienti obesi con asma e sono state riscontrate in pazienti con peggiore funzionalità polmonare e maggiori episodi di riacutizzazione asmatica. Anche la perdita di peso (calo ponderale), sia con dieta ed esercizio fisico o grazie ad interventi di chirurgia bariatrica ha dimostrato di migliorare la funzione polmonare, il controllo dell’asma e la qualità di vita associata all’asma. Inoltre, l’evidenza di un ruolo del microbiota (ovvero della composizione della flora batterica residente) intestinale nei pazienti obesi asmatici suggerirebbe una maggiore attenzione ai componenti della dieta o esposizione agli antibiotici, specie nei primi anni di vita.
Si sono descritte modificazioni strutturali del parenchima polmonare specie nei soggetti con asma ad insorgenza tardiva con maggiore collassabilità (occlusione/chiusura) delle vie aeree più distali e del parenchima polmonare. Inoltre l’iperglicemia (come da disregolazione metabolica) può contribuire all’iperreattività bronchiale attraverso un rimodellamento per danno epiteliale e proliferazione del muscolo liscio delle vie aeree.
Sia l’asma che l’obesità sono caratterizzate da componenti ereditarie ma servono ulteriori studi per capire se esistano varianti genetiche che possono rappresentare un legame tra le due condizioni cliniche.
L’obesità è considerata fattore di rischio per molteplici patologie oltre all’asma, che possono coesistere, quali l’aterosclerosi, l’ipertensione arteriosa, il diabete di tipo 2, la dislipidemia e il reflusso gastroesofageo. Queste condizioni cliniche possono complicare l’asma negli obesi (ad esempio il reflusso può causare broncocostrizione).
Alcuni importanti elementi non possono essere quindi trascurati nel formulare la diagnosi di asma in un soggetto obeso.
Innanzitutto i pazienti obesi possono avere sintomi (quali la dispnea intesa come fame d’aria/fatica a respirare) che simulano l’asma: in genere le persone obese hanno una soglia di percezione della dispnea più bassa quindi sia persone obese che persone obese con asma presentano una minore tolleranza all’esercizio fisico.
È noto poi che l’obesità può causare alterazioni della normale funzione polmonare degli adulti: l’eccessivo accumulo di adipe nelle cavità toracica e addominale determina una compressione polmonare e una riduzione dei volumi polmonari.
È importante quindi per il clinico formulare attentamente la diagnosi di asma in soggetto obeso e considerare anche le possibili cause alternative all’asma che giustifichino i sintomi respiratori associati all’obesità quali le patologie cardiovascolari, l’ipertensione arteriosa con eventuale cardiopatia, l’ipertensione polmonare associata alla sindrome delle apnee ostruttive del sonno e la sindrome ipoventilazione-obesità.