Asma professionale: quando l’asma arriva al lavoro

Asma professionale - cosa sapere

L’esposizione ad allergeni o a sostanze chimiche allergizzanti durante l’attività lavorativa può provocare asma e altre patologie polmonari. In questi termini, si definisce “asma professionale” quella patologia respiratoria che colpisce i soggetti con asma sul posto di lavoro e che soffrono spesso di riacutizzazioni a seguito della sensibilizzazione a un allergene presente nell’ambiente lavorativo. I sintomi più diffusi, che sorgono durante e dopo l’esposizione a polveri o vapori, sono dispnea, affanno, tosse, lacrimazione, senso di costrizione toracica, nonché allergie delle vie respiratorie.

Quale diagnosi per la patologia?

La diagnosi si effettua basandosi sull’anamnesi professionale raccogliendo la storia clinica e i dati relativi all’attività professionale del paziente con test specifici di capacità respiratoria. Le misurazioni del picco di flusso respiratorio che dimostrano una riduzione del flusso aereo durante il lavoro possono confermare, infatti, che la causa di asma professionale è l’esposizione lavorativa. Il test di stimolo alla metacolina, test allergologici e immunologici permettono di comprendere a fondo il rapporto tra l’esposizione agli allergeni del paziente e la riacutizzazione sintomatologica. Meno utilizzato, al giorno d’oggi, è il test di stimolazione bronchiale dopo esposizione all’antigene sospetto.

Come avviene il trattamento?

Per quanto riguarda la terapia, invece, si impiegano principalmente broncodilatatori e cortisonici per via inalatoria, seguendo con cautela le misure preventive e terapie prescritte per ciascun paziente in base alla sua predisposizione individuale. Al riguardo, essendo l’asma professionale riconosciuta come una malattia indennizzabile, il medico che svolge la diagnosi deve occuparsi di adempimenti medico-legali, tra cui la denuncia ufficiale della malattia agli organi dell’ASL, affinché vengano trasmessi all’INAIL. Molto spesso una prevenzione dell’asma professionale può davvero salvare la vita del paziente, soprattutto se si trova in uno stato clinico particolarmente grave e dallo stato salutare compromesso. Tuttavia, l’asma professionale viene sottovalutata nella maggior parte dei casi specialmente per via del timore di perdere il posto di lavoro.

I diritti per chi soffre di asma professionale e come si procede

Ricevuto il certificato medico di malattia professionale (che il medico invia telematicamente all’INAIL), il lavoratore deve trasmetterlo al suo datore di lavoro entro due settimane, il quale ha l’obbligo di trasmettere la denuncia all’INAIL. A questo punto, l’INAIL riconosce prestazioni quali cure ambulatoriali, indennità per l’inabilità temporanea, rendita per inabilità permanente, indennizzo per danno biologico (corrisposto in capitale o in rendita in base al grado e al tipo di menomazione).

Dr. Marco Perruzza
Specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio UOC Pneumologia P.O. Misericordia, Grosseto

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