Asma: qual è il clima ideale?

Asma: quale clima ideale?
La città, dato l’alto tasso d’inquinamento dell’aria per via dello smog urbano, è probabilmente l’ambiente più sfavorevole all’asmatico, quasi a prescindere da temperatura e umidità.

I casi d’asma vanno tendenzialmente sempre aumentando, quantomeno nei paesi industrializzati. Oltre alla qualità dell’aria, fortemente intaccata da sostanze inquinanti e polveri, gioca un ruolo importante l’inquinamento indoor, ovvero all’interno delle proprie pareti domestiche. Estremamente dannosi risultano infatti il fumo, sostanze irritanti o anche la presenza di animali domestici, il cui pelo può nuocere al paziente asmatico allergico. 

Esiste dunque un’aria e più in generale un clima ideale per gli asmatici? 

Anzitutto bisogna ricordare che il clima da solo non può essere sufficiente per “curare” l’asma, ovvero migliorare in modo duraturo e stabile una condizione di asma cronica. Nessun tipo d’ambiente può essere proposto in sostituzione di una terapia prescritta dal Medico, tuttavia può portare sollievo o favorire una minore e più leggera insorgenza degli attacchi. 

Vi sono differenti raccomandazioni, a seconda del tipo di asma di cui si soffre. Chi soffre di asma allergico e dunque reagisce a polveri, pollini e allergeni di varia natura sarà tendenzialmente favorito dall’aria di montagna. Ad una buona altitudine, infatti, la vegetazione tende a diradarsi e diminuire e in conseguenza ne diminuiscono le sostanze immesse nell’ambiente (quali appunto i pollini). L’aria di montagna è quindi tendenzialmente secca, priva o comunque povera di allergeni e delle suddette polveri di acari e di irritanti atmosferici. 

Asmatici clima ideale

Un clima caratterizzato da frequenti piogge, precipitazioni, nebbia ecc, è invece perlopiù dannoso per le persone affette da asma allergica: sono queste caratteristiche, infatti, a favorire il moltiplicarsi di acari. Ancora, durante piogge e temporali i pollini tendono a “esplodere”, diffondendosi tutt’intorno e penetrando nelle vie respiratorie con maggior incidenza. 

In molti casi si può trarre vantaggio anche dal clima mediterraneo, o delle coste affacciate su mari più freddi (addirittura coste oceaniche!). L’aria non è certo altrettanto secca, ma salmastra: ciò può però ridurre la presenza e la densità del muco presente nei polmoni, e migliorare di conseguenza la prestazione respiratoria. La costante brezza marina che soffia sulle regioni balneari pulisce l’aria e diminuisce esponenzialmente la presenza di polveri ed allergeni che potrebbero altrimenti essere inalati e causare violente reazioni. 

La città, dato l’alto tasso d’inquinamento dell’aria per via dello smog urbano, è probabilmente l’ambiente più sfavorevole all’asmatico, quasi a prescindere da temperatura e umidità. Per alleviare i sintomi e la frequenza degli attacchi, si consiglia dunque, sempre parallelamente a un attento monitoraggio del paziente da parte dello staff medico, l’aria di montagna o di mare.  

Va comunque ricordato che sussiste sempre, anche in queste aree “protette”, da un lato il rischio del clima freddo-umido (che favorisce possibili infezioni respiratorie) e dall’altro quello di un’aria troppo calda. L’alta temperatura e l’alta umidità sono altrettanto pericolose per il paziente asmatico, evitabili, tuttavia, in ambienti costieri ventilati e caratterizzati da calore mai eccessivo. Da non sottovalutare, poi, la presenza nei luoghi di villeggiatura scelti di altri allergeni ai quali il paziente potrebbe essere sensibilizzato e dunque resta sempre fondamentale proseguire con le terapie concordate col Medico. 

Dr. Marco Perruzza
Specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio
UOC Pneumologia
P.O. Misericordia, Grosseto

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