Abbiamo imparato a definire la broncopneumopatia cronica ostruttiva come patologia ostruttiva non reversibile delle vie aeree. I suoi sintomi principali sono tosse ed espettorato, fiato corto e fame d’aria, anche in seguito a sforzi minimi.
Si tratta di una patologia molto diffusa e sottodiagnosticata: i casi reali sono dunque di più di quelli di cui la letteratura è a conoscenza. Si stima che riguardi il 20% degli adulti con età superiore ai 40 anni. La sua incidenza è in aumento a causa dell’incremento del tabagismo e dell’aumento progressivo dell’inquinamento globale. È fra le prime cause di mortalità al mondo, ed è bene dunque iniziare a prevenirla.
Abbiamo infatti a che fare con una malattia non reversibile e progressiva, che si sviluppa nel tempo, seguendo diversi stadi di gravità. Il paziente che ne è affetto, se non monitora con cura la patologia, coasiuvato dallo specialista, rischia insomma di veder diminuita progressivamente la propria capacità polmonare e dunque la propria qualità di vita. Vediamo insieme i differenti stadi.
Gli stadi della BPCO
La BPCO ha un decorso progressivo, in cui si distinguono quattro diversi stadi o quattro diverse fasi, che vanno da lieve a grave.
Si tratta di una malattia polmonare irreversibile e progressiva che peggiora nel tempo. Serviranno dunque test di funzionalità polmonare per collocare il paziente in uno dei vari stadi e decidere la terapia più consona. La velocità con cui la malattia va aggravandosi è comunque differente a seconda dell’individuo: della sua storia clinica, della terapia e delle cure già affrontate. Per questo, essere sempre affiancati dal medico curante, specialista, è quantomai necessario – in modo da evitare decorsi troppo rapidi e incontrare aggravamenti non trascurabili nella qualità della vita, non ultimo l’ospedalizzazione.
BPCO lieve o stadio 1
A questo livello i sintomi sono lievi. Si tratta anzitutto di tosse con produzione in eccesso di catarro, associate a una lieve difficoltà repsiratoria.
BPCO moderata o stadio 2
La funzionalità respiratoria si riduce, aumenta ancora la tosse e così la produzione di muco ed espettorato.
BPCO grave o stadio 3
Inizia ad avere un impatto importante sulla vita del paziente. Oltre all’aumento di tosse e catarro, insorgeranno fiato corto e dispnea in seguito a sforzi minimi. Le attività quotidiane sono tendenzialmente impedite dall’alta difficoltà respiratoria.
BPCO molto grave o stadio 4
Si tratta dello stadio più grave, in cui la fatica respiratoria non abbandona neanche durante il riposo. La scarsa capacità polmonare comporta bassa ossigenazione del sangue. Può essere necessaria l’ossigenoterapia e aumenta la frequenza di riacutizzazioni della patologia e la loro gravità.
Comprendere adeguatamente le varie fasi, e saper identificare lo stadio e il livello di gravità della propria patologia è di enorme importanza. Occorre un dialogo costante con il medico curante, che sia dunque aggiornato su sviluppi, aggravamenti e quant’altro, così da garantire un’adeguata assistenza sanitaria. In questo senso può essere utile un diario della malattia, in cui registrare mutamenti dei sintomi, riacutizzazioni, episodi particolari e le loro concause (cosa scatena il peggioramento? ecc.)
In questo modo si otterrà il maggior sostegno possibile: monitorare l’evoluzione della malattia significa anche averla, in qualche modo, sotto controllo. Se la malattia non si può infatti curare, è sempre possibile ridurre i danni, e limitare le connesse disabilità.