Cos’è la dispnea da sforzo e come riconoscerla

Dispnea da sforzo - Prendiamo Fiato
Esistono diversi tipi di dispnea, distinti a seconda della causa che la provoca. Per esempio, nelle fasi iniziali delle patologie cardiovascolari o polmonari, la dispnea viene generalmente percepita solo durante sforzi di una certa intensità e viene definita, in questo caso, dispnea da sforzo.

La dispnea è il sintomo di una respirazione difficoltosa. È dovuta alla criticità nello scambio di gas che si realizza a livello dei polmoni, tra il sangue dei capillari e l’aria degli alveoli. La sua manifestazione più tipica è la sensazione di respirazione difficile, forzata, che si accompagna a sofferenza percepita dal soggetto.  

Si tratta di un fenomeno normale se si compie uno sforzo pesante, ma diventa patologico se si presenta in situazioni inaspettate. Nell’85% dei casi la dispnea è infatti collegata ad asma, polmonite intersstiziale, insufficienza cardiaca, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) ed altre patologie, tra cui di recente si è aggiunto anche COVID-19. Proprio perché può essere ricondotta a diverse cause, diversi sono anche i relativi trattamenti.  

La dispnea può iniziare lentamente e presentare delle variazioni giornaliere o stagionali (dispnea cronica), o può manifestarsi in maniera improvvisa – nel giro di pochi minuti, ore o giorni (dispnea acuta

Durante gli episodi di dispnea, il soggetto avverte un tipo di respirazione faticosa, a volte definita come “fame/bisogno di aria”, ovvero la sensazione di un respiro inadeguato. Respirare, in questi casi, richiede uno sforzo ulteriore, avvertito come faticoso, che coinvolge un impegno muscolare anomalo nelle fasi di inspirazione ed espirazione. 

Esistono diversi tipi di dispnea, distinti a seconda della causa che la provoca. Per esempio, nelle fasi iniziali delle patologie cardiovascolari o polmonari, la dispnea viene generalmente percepita solo durante sforzi di una certa intensità e viene definita, in questo caso, dispnea da sforzo.  

Quando la patologia diventa più grave, la dispnea viene avvertita anche dopo i pasti o durante sforzi lievi, limitando le attività del soggetto. Infine, la dispnea può essere percepita anche da posizione sdraiata: ad esempio, quando ci si corica per riposare (ortopnea). C’è dunque la possibilità di un’insorgenza improvvisa durante la notte, che costringe a risvegli bruschi, con la necessità di sollevare il busto (dispnea parossistica notturna). Può essere avvertita addirittura a riposo (dispnea a riposo). 

La dispnea cronica da sforzo è di solito sintomo di una patologia cardiorespiratoria sottostante, che sia nota o non nota (insufficienza cardiaca, ipertensione polmonare, asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva). 

La dispnea acuta – o ingravescente o a riposo – è di solito sintomo di una patologia grave di nuova insorgenza (embolia polmonare, infarto miocardico, polmonite), o di una patologia cronica scompensata (scompenso cardiaco con edema polmonare acuto, ipertensione polmonare con scompenso destro, riacutizzazione bronchitica o asmatica). Si può manifestare come una vera e propria sensazione di soffocamento. 

Quali tipi di dispnea esistono? 

La dispnea può essere: 

  • Accessionale: quando insorge improvvisamente, senza una precisa regolarità – come può accadere nell’asma, nella chiusura della glottide (gola), nell’edema polmonare (presenza di liquido nelle piccole vie respiratorie) 
  • Continua: presente costantemente. Può essere causata da scompenso cardiaco o da gravi insufficienze respiratorie come succede nel paziente affetto da BPCO 
  • Da sforzo: quando insorge durante un’attività fisica più o meno intensa e si risolve con il riposo. Questo si verifica per esempio in alcune malattie cardiache o nell’anemia, ma anche nell’asma. 

In base alla fase del respiro in cui si manifesta la dispnea, inoltre, essa può essere inspiratoria, espiratoria o mista. 

Quando si manifesta la dispnea da sforzo? 

La dispnea indotta dallo sforzo fisico non è comune nei giovani sani. La prevalenza dell’asma indotta da sforzo fisico è stimata essere dell’8–10% in una popolazione di bambini sani, ed approssimativamente del 35% in bambini con asma non trattata. 

In genere, la dispnea da sforzo dovuta ad asma ha un picco dopo 3–15 minuti dalla fine dello sforzo fisico.  

Dispnea dopo sforzo fisico - Prendiamo Fiato

Nei casi di dispnea da sforzo in generale, il paziente lamenta l’insorgere del sintomo anche in condizioni di relativa normalità – come ad esempio una passeggiata tranquilla, una rampa di scale, una corsetta di allenamento. Ovvio, in questi casi un minimo affaticamento potrebbe essere accettabile.  

Sarebbe normale avvertirlo dopo, ad esempio, aver percorso dieci piani di scale, ma se le difficoltà invece insorgono già dopo una o due rampe, magari accompagnate da un senso di tachicardia e palpitazione, ebbene è il momento di fermarsi e consultare un Medico. Spesso la dispnea da sforzo viene erroneamente considerata, specie dagli anziani, una sorta di “normalità” implicita nell’invecchiamento e non già, come invece dovrebbe, un disturbo legato a una qualche patologia spesso risolvibile o per lo meno migliorabile e curabile, a patto che la si individui e se ne chiariscano le cause. 

Alla base di questo sintomo si ritrovano, molto spesso, cause fisiopatologiche e cliniche anche molto diverse tra loro. Ecco perché la dispnea da sforzo, spesso sottostimata o volutamente ignorata anche a lungo, è invece piuttosto di frequente un campanello d’allarme per problemi fisici spesso tutt’altro che trascurabili. 

È vero che la dispnea da sforzo può mantenersi stabile nel tempo, ma può anche accadere che essa si manifesti improvvisamente con uno scompenso clinico. In questo caso, oltre che ad arrecare maggior sofferenza al paziente, si rischia poi di trovare minori spazi di trattamento e di soluzione per l’eccessiva tardività del suo riconoscimento. 

Come si cura la dispnea da sforzo? 

Come abbiamo visto poco sopra, la dispnea è solo il sintomo di una patologia sottostante. Non esiste pertanto una cura per la dispnea in sé, mentre è fondamentale identificare correttamente la patologia che causa la dispnea perché il trattamento della patologia di base può permettere di migliorare i sintomi e la prognosi del paziente. Inoltre, una corretta diagnosi permette di dare al paziente informazioni precise sul tipo di attività e di esercizi che questi può svolgere senza pericolo. 

Tuttavia, non è sempre semplice identificare patologie respiratorie o cardiache in fase iniziale, quando cioè queste causano sintomi di dispnea esclusivamente durante o dopo lo sforzo fisico per cui è importante rivolgersi, oltre che al proprio Medico Curante, ad uno specialista Pneumologo e Cardiologo di fiducia. 

Dr. Marco Perruzza
Specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio UOC Pneumologia P.O. Misericordia, Grosseto

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