La prevenzione delle allergie

Prendiamo Fiato - come prevenire le allergie per asma

Quando parliamo di allergie respiratorie – che includono rinite allergica (febbre da fieno, allergia agli acari della polvere, dei cani e dei gatti) e lasma di tipo allergico, parliamo di un problema che interessa circa il 30% della popolazione, in graduale ma costante aumento negli ultimi anni.

Il bambino e la “marcia allergica”

La prima forma di allergia cui solitamente un bambino può andare incontro dalla nascita fino ai due anni di età è l’eczema atopico. Questo è il primo segnale che quel bambino ha una predisposizione “atopica” (ovvero è maggiormente incline a sviluppare allergie) e potrebbe quindi – più facilmente rispetto ai “non atopici” – sviluppare altre problematiche allergiche in seguito, come asma e rinite. Questo tipo di progressione viene solitamente definita “marcia allergica”: ogni fase della vita è maggiormente associata con una specifica manifestazioni allergica: prima l’eczema o dermatite atopica nella primissima infanzia, poi l’asma nel bambino e infine la rinite nel ragazzo e nell’adulto.

Allergie nei genitori e … allergie nei figli

L’allergia non è una malattia ereditaria in senso stretto, ovvero non si eredita con una probabilità di tipo “tutto o nulla”. Essendo però una condizione che si basa su una predisposizione genetica multifattoriale, ogni soggetto – alla nascita – eredita dai propri genitori diversi tratti che, considerati complessivamente, determineranno una maggiore o minore probabilità di sviluppare allergie nel corso della vita.

Purtroppo, con le possibilità diagnostiche attuali, non siamo in grado di quantificare quale sia la probabilità di ciascun individuo di sviluppare allergie nel corso della vita. Sappiamo però che se entrambi i genitori sono allergici la probabilità dei figli sarà maggiore (nell’ordine di oltre il 50% di rischio), mentre questa probabilità scende intorno al 30% se solo uno dei genitori è allergico (in questo caso, sembra che lo tato allergico della madre “pesi” più di quello del padre).

Allo stesso tempo però, avere genitori non allergici non è una garanzia assoluta, perché si stima che dal 10 al 15% dei bambini con genitori senza precedenti allergici possano comunque sviluppare un’allergia nel corso della vita.

Prevenire le allergie è possibile? E come?

Se non ci possiamo scegliere i genitori, e quindi la genetica che ognuno di noi eredita alla nascita, cosa è possibile fare di concreto per ridurre il rischio di sviluppare allergie nel corso della vita? La risposta, fortunatamente, è si (almeno in parte…).

Sappiamo infatti che alcuni stili di vita sono maggiormente “protettivi” nei confronti del rischio di sviluppare allergie: in particolare, è ben noto l’ ”effetto fattoria”. Vari studi scientifici dimostrano che i bambini cresciuti in una fattoria con gli animali, o nelle sue immediate vicinanze, hanno un rischio di allergia sostanzialmente dimezzato rispetto ai bambini che vivono in ambienti urbani.

Anche l’allattamento al seno, rispetto ad un allattamento artificiale, è considerato un fattore protettivo. Ed infine una dieta adeguata ed un’attività fisica regolare sembrano ridurre il rischio allergico.

Ad oggi, non sappiamo con esattezza quali siano i meccanismi alla base di questi effetti. È probabile che vi sia un ruolo del microbioma (ovvero l’insieme dei microrganismi che convivono con il nostro organismo), che è in grado di modulare l’attività del sistema immunitario e che a sua volta è influenzato dai fattori ambientali descritti sopra.

Dott. Filippo Fassio – Allergologo
Medico Chirurgo, specialista in allergologia e immunologia clinica – Firenze

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