Mucolitici agli asmatici: si o no?

Mucolitici agli asmatici - si o no?

Le sostanze impiegate per modificare le caratteristiche reologiche del secreto bronchiale sono numerose e molti sono stati i tentativi, non privi di confusione, di classificarle secondo i loro meccanismi d’azione per migliorare l’eliminazione dei secreti patologici.

In generale le alterazioni della produzione di muco nelle vie aeree vengono trattate con i farmaci mucolitici e/o mucoregolatori e/o espettoranti. I mucolitici/mucoregolatori a seconda del meccanismo d’azione si possono distinguere in quelli ad azione diretta o fluidificanti (mucolitici propriamente detti), in grado di agire sul muco già formato o presente nelle vie aeree scindendo i polimeri del muco (come N-acetilcisteina) e ad azione indiretta, capaci di agire sulla produzione del muco da parte delle cellule muco-secernenti (mucoregolatori). Questi ultimi modificano sia la quantità che le caratteristiche del muco (come l’ambroxolo).

I mucolitici possono quindi essere definiti come farmaci che riducono la viscosità e l’adesività del muco rompendo i ponti di zolfo delle mucoproteine e formando così unità più piccole e meno viscose. Tra questi mucolitici classici, la più nota è l’N-acetilcisteina, che possiede anche proprietà antiossidanti, comunemente impiegata per il trattamento delle affezioni respiratorie caratterizzate da ipersecrezione densa e vischiosa, quali bronchite acuta, bronchite cronica e sue riacutizzazioni, enfisema polmonare, ecc. Tra i mucoregolatori si può ricordare ambroxol che stimola l’attività delle cellule ghiandolari sierose, normalizza la viscosità del secreto, regolarizza l’attività delle ghiandole tubulo-acinose dell’albero respiratorio, migliora la funzionalità ciliare e aumenta la produzione di surfattante alveolare assicurando quindi la stabilità del tessuto polmonare.

L’ipersecrezione concorre a determinare l’ostruzione bronchiale attraverso la riduzione del calibro bronchiale e quindi farmaci mucolitici/mucoregolatori sembrerebbero presidi idonei nell’ambito della gestione dell’asma bronchiale, e ciò nondimeno l’impiego di tali farmaci, seppur non proscritto, è da effettuarsi con tassativa cautela.

Pertanto, se l’evidenza scientifica per efficacia e sicurezza all’impiego dei mucolitici nel trattamento delle turbe della secrezione nelle affezioni broncopolmonari acute e croniche è autorizzata senza remore, nella broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), è stato oggetto di una ricerca con talune indicazioni terapeutiche, mentre il loro impiego nell’asma rimane un’indicazione controversa ancora priva di solida evidenza scientifica.

Dott.ssa Annalisa Frizzelli
Specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio in servizio come libero professionista U.O. Clinica Pneumologica Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma

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