Secondo il documento ufficiale GINA(Global Strategy for Asthma Management and Prevention)2023, l’asma viene definita come: “Una malattia eterogenea, solitamente caratterizzata da infiammazione cronica delle vie aeree. È definita dal riscontro anamnestico di sintomi respiratori caratterizzati da respiro sibilante, dispnea, senso di oppressione toracica, tosse secca, che variano nel tempo e nell’intensità, insieme a una limitazione del flusso aereo espiratorio variabile”.
L’asma è solitamente associata all’iperreattività delle vie aeree centrali e periferiche, oltre che alla infiammazione delle vie aeree, tuttavia, queste caratteristiche non sono necessarie o sufficienti per formulare la diagnosi.
Esistono gruppi eterogenei di popolazione, aventi caratteristiche cliniche e/o fisiopatologiche variabili nell’asma, questi sono chiamati “Fenotipi asmatici“; tuttavia, non sono fortemente correlati a processi patologici specifici o a risposte al trattamento.
Sono stati identificati vari fenotipi clinici dell’asma fra cui:
- L’asma allergica, forma più comune, che si sviluppa prevalentemente in età infantile, per poli sensibilizzazione nei confronti di allergeni.
- L’asma non allergica, o paucigranulocitaria,
- L’asma che si sviluppa in età adulta e tardivamente, prevalentemente nelle donne ed è una forma poco responsiva al corticosteroide inalatorio/sistemico.
- L’asma con limitazione del flusso aereo peristente, caratteristica molto spiccata dei fumatori, in cui il danno da fumo di sigaretta provoca un danno parzialmente reversibile a carico delle piccole vie aeree, con rimodellamento delle pareti bronchiali.
- Asma e obesità, caratterizzata da infiammazione eosinofilica minima.
I sintomi dell’asma sono altamente variabili e possono essere normalmente scatenati da diversi fattori definiti “Trigger” o fattori scatenanti quali:
- Infezioni virali (raffreddore),
- Esercizio fisico, alimenti
- Esposizione ad allergeni,
- Cambiamenti di clima,
- Risate o emozioni forti,
- Irritanti come i gas di scarico delle auto,
- Il fumo o gli odori forti.
I sintomi possono svilupparsi prevalentemente durante le ore diurne o in quelle notturne, variando in intensità e presentazione clinica.
Per la diagnosi di asma bronchiale da sforzo, esiste un test specifico da poter eseguire?
La diagnosi di asma bronchiale è determinata da una raccolta di dati di tipo clinico, anamnestico, spirometrico e strumentale, per fare una diagnosi è necessario effettuare una visita Pneumologica con esecuzione di una spirometria semplice associata al test di bronco-reversibilità. Il test prevede l’esecuzione di una spirometria in condizioni basali, successivamente la somministrazione di 400mcg di farmaco broncodilatatore di breve durata d’azione (SABA) chiamato salbutamolo; e dopo 15-20min. massimo si ripete l’esame effettuato precedentemente. Ciò permette anche di effettuare diagnosi differenziale fra asma e BPCO(Bronchite cronica ostruttiva) nei fumatori. Esistono poi anche altri test specifici(Test alla metacolina, test al mannitolo), moderatamente sensibili ma poco specifici per la diagnosi di asma, in particolare per diagnosticare l’asma da sforzo. Per quest’ultima si utilizza il Test del cammino dei sei minuti con successiva prova spirometrica a seguito di sforzo. Altro test eseguibile è il test da sforzo cardio-polmonare che prevede una forte expertise e viene effettuato solo in pochi centri in Italia. In un paziente con sintomi respiratori tipici, ottenere l’evidenza di un’eccessiva variabilità della funzione polmonare espiratoria è una componente essenziale della diagnosi di asma.
Alcuni esempi specifici sono:
- Un aumento della funzione polmonare dopo la somministrazione di un broncodilatatore o dopo una prova di trattamento con ICS(corticosteroide inalatorio).
- Una diminuzione della funzione polmonare dopo l’esercizio fisico o durante un test di provocazione bronchiale.
- Una variazione della funzione polmonare al di là dell’intervallo di normalità quando viene ripetuta nel tempo, sia in visite separate, sia con il monitoraggio domiciliare per almeno 1-2 settimane
In particolare, esiste una correlazione fra asma e sforzo fisico?
Assolutamente sì, esiste una correlazione stretta, in quanto l’intensa attività fisica aerobica, determina una infiammazione a carico delle vie respiratorie, causando iperventilazione e ingestione di aria fredda(paziente respira con la bocca e non col naso durante lo sforzo fisico) e vapore acqueo, i quali determinano rispettivamente una vasocostrizione e successiva vasodilatazione, aumento della permeabilità vascolare, liberazione di mediatori chimici dell’infiammazione e aumento della concentrazione della soluzione mucosa che riveste le vie aeree e ciò determina broncospasmo e ostruzione delle vie respiratorie.
Quali i sintomi che si sviluppano e come si può fare diagnosi?
È caratterizzata dalla comparsa di tosse, sibilo o affanno in corso di attività sportiva o anche durante il gioco. In genere la tosse insorge durante la corsa, dopo 5-10 minuti dall’inizio dell’allenamento. Si tratta di una tosse secca, insistente, una “tossetta” che passa dopo circa 15 minuti e non si ripresenta per tutta la gara.
Talvolta le manifestazioni sono più vistose:
- La tosse è violenta;
- Il bambino si deve fermare, ha affanno;
- Si sente, anche a distanza, qualche sibilo respiratorio
Il Test del cammino dei sei minuti viene eseguito così: viene effettuata una spirometria in condizioni normali, viene poi fatto camminare paziente su tapis roulant, impostando una velocità specifica per 6 minuti, monitorando anche i parametri di saturazione di ossigeno e frequenza cardiaca; in seguito, viene effettuato il test spirometrico dopo provocazione(sforzo fisico) con esecuzione di una nuova spirometria, per verificare/ottenere variabilità dei volumi polmonari. Si eseguono dopo 5, 10, 15 minuti, altri esami spirometrici;
- Se si presenta tosse, il test è interrotto e si esegue subito una spirometria;
- Se il parametro FEV 1 (misura di quanta aria è emessa nel primo secondo di un’espirazione forzata, vale a dire di un soffio prolungato) si riduce del 10% rispetto a quello registrato prima dello sforzo, il test è positivo: il paziente ha un’asma da sforzo.
Ai bambini o pazienti con asma possono essere permessi tutti gli sport una volta che sia stata somministrata la terapia adatta a prevenire il broncospasmo da esercizio fisico. Con un buon controllo farmacologico nessun traguardo è precluso.
Alle ultime Olimpiadi, gli atleti con asma (sotto controllo farmacologico), hanno vinto medaglie, spesso d’oro, in tutte le discipline.
È stato quindi dimostrato come la corsa sia lo sport che provoca più frequentemente l’asma da sforzo e il nuoto quello che protegga di più da questo problema.