L’asma è una delle malattie respiratorie non trasmissibili più comuni che colpisce circa il 6% della popolazione, ovvero più di 300 milioni di persone nel mondo. L’asma grave, al contrario, è una patologia con specificità diverse dall’asma comune: si parla di asma grave quando il trattamento basato sull’impiego di diversi farmaci, sia per via inalatoria che orale, non è sufficiente a controllare la malattia a causa della sua gravità. Questo perché l’asma grave è una patologia che comporta un’infiammazione cronica delle vie respiratorie con conseguente restringimento dei bronchi e diversa intensità sintomatologica e frequenza di “attacchi” (dispnea, respiro sibilante e difficoltà a respirare, senso di costrizione nella zona toracica, tosse cronica secca). Le linee guida ERS/ATS definiscono “l’asma grave” come l’asma che richiede trattamenti con alte dosi di corticosteroidi inalatori (ICS) più un secondo controller e/o corticosteroidi sistemici per evitare che diventi “incontrollato” o rimanga “incontrollato” nonostante questa terapia.
Tuttavia, sono proprio i pazienti che soffrono di asma grave a utilizzare corticosteroidi sistemici ad alto dosaggio, con un aumentato rischio di eventi avversi e con un maggior rischio di incorrere in effetti collaterali.
Pertanto, come si rende il paziente “gestore attivo” della sua condizione asmatica e si può responsabilizzarlo nei confronti della sua patologia al fine di ottenere un’ottimale aderenza alla terapia?
Gli obiettivi principali della cura dell’asma sono quelli di ridurre i rischi futuri correlati alla malattia e di prevenire ogni eventuale riacutizzazione. Al riguardo, la terapia inalatoria, intesa come corretta tecnica di cura, è strettamente legata all’aderenza alla terapia per un adeguato controllo dell’asma. Come già detto, dato che molti pazienti utilizzano gli inalatori in modo sbagliato e improprio, sarebbe necessaria una maggiore istruzione riguardo le tecniche inalatorie più congeniali da associare alla terapia. Una scorretta somministrazione del farmaco, dovuta a una tecnica inalatoria errata, difatti, può determinare una scarsa efficacia della terapia.
Analogamente, se sorgono riacutizzazioni asmatiche con ostruzioni acute del flusso d’aria che entra ed esce dai polmoni, l’aderenza alla corretta terapia è necessaria a prevenire l’insufficienza respiratoria che, nei casi estremi, può causare ospedalizzazione e addirittura la morte del paziente. La limitazione del flusso aereo può essere persistente nei pazienti con asma di lunga durata a causa del rimodellamento delle pareti delle vie aeree, pertanto è necessario ricercare i fattori che contribuiscono alle riacutizzazioni e trattare le comorbidità che possono contribuire ai sintomi respiratori. Queste includono ansia e depressione, obesità, decondizionamento, rinosinusite cronica, ostruzione laringea inducibile, BPCO, apnea ostruttiva del sonno, bronchiectasie e malattie cardiache. Allo stesso tempo, è necessario identificare altri fattori che aumentano il rischio di esacerbazioni, come, l’esposizione al fumo di tabacco, esposizioni a sostanze chimiche nocive e l’inquinamento.
È di fondamentale importanza, quindi, in considerazione del rilevante burden della malattia, identificare correttamente i pazienti affetti da asma grave e monitorare attentamente il controllo della patologia.
Una volta focalizzata correttamente la problematica, sarà necessario effettuare rivalutazioni periodiche a seconda della gravità o della problematicità della situazione. Il ciclo della gestione dell’asma basato sul controllo presume, sia per il trattamento farmacologico che per quello non farmacologico, una sequenza continua di valutazione, trattamento e rivalutazione della risposta del paziente. Al riguardo, gli obiettivi a lungo termine della gestione dell’asma indicati nel documento di strategia globale GINA (Global Initiative for Asthma) sono il raggiungimento di un buon controllo della sintomatologia respiratoria, il mantenimento di normali livelli di attività e la minimizzazione del rischio futuro di riacutizzazioni, di limitazione al flusso aereo e di effetti collaterali. Alla luce di ciò è prioritario operare per favorire il riconoscimento puntuale della patologia attraverso una capillare capacità di diagnosi da parte dei Professionisti Sanitari, Medici Pneumologi e allergologi.
Inoltre, sarebbe necessario passare ad un modello sistemico strutturato e assistenziale, nel quale l’applicazione delle linee guida sia valorizzata all’interno di chiari percorsi integrati di presa in carico del paziente affetto da asma grave. Questo, che implica chiaramente un’efficace sinergia tra i vari Professionisti, permetterebbe di supportare la messa in comune di singoli servizi, condividere il medesimo scopo e gli stessi comuni obiettivi comuni diagnostici, ottimizzare l’utilizzo delle risorse, e favorire il reporting pubblico dei risultati raggiunti.